“Le “Nuove realtà sindacali” in ambito militare sono in pieno dibattito sulla questione della rappresentatività, soprattutto dopo l’entrata in vigore del DM 29.03.2024.
Il SUM, con gli interventi del Dott. Felice Randaccio – quale capo Dipartimento legale SUM- e l’Avv. Dalila Alati, al Congresso Regionale del Friuli del 25 ottobre 2024, ha dedicato un momento di confronto interpersonale, con i propri iscritti e non, al fine di consentire una riflessione, non solo in linea generale, sulla rappresentatività sindacale e il mondo militare – speciale per definizione in senso lato-, ma, altresì, per porre in luce la necessità di tutti quei correttivi utili per approntare le opportune tutele per coloro che sono chiamati a difendere e a rappresentare la Nazione.
Durante il Congresso è emerso che, in questo periodo storico, le Associazioni Professionali a Carattere Sindacale per i Militari (APCSM) devono fare i conti con le nuove disposizioni del DM 29.03.2024, con il quale il Dipartimento per la Funzione Pubblica, di concerto con il Ministro della Difesa e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha stabilito che, ai fini del computo per la rappresentatività sindacale in ambito militare rileva la forza effettiva complessiva in luogo di quella sindacalizzata.
Il che sembrerebbe una aberrazione di principio.
Nondimeno, partiamo dal presupposto che, per spiegare la differenza di portata tra forza complessiva e forza sindacalizzata, si deve osservare come ai fini della selezione per la rappresentatività, il legislatore ha pensato di selezionare i soggetti chiamati ad essere rappresentativi (quindi chiamati a poter partecipare alle contrattazioni, avere i distacchi sindacali…) sulla base di un calcolo percentuale computato su tutto il numerico del comparto Forze Armate (quindi il dato legislativo tiene conto anche di quei dipendenti che non hanno sottoscritto alcuna delega sindacale) e non sulla reale totalità degli iscritti alle APCSM, con evidente lesione del diritto di quegli iscritti alle APCSM, come il S.U.M., che hanno espresso un consenso con le loro adesioni.
Tale questione, connotata – a parere di chi scrive- da una illegittimità costituzionale, per l’antitesi creata con l’art. 39 comma 4 della Costituzione, è stata oggetto di un nostro ricorso al TAR Lazio, sede di Roma. Ricorso voluto per eliminare ab origine non solo l’incostituzionalità ma la stessa irragionevolezza normativa.
Vi è da dire, però, che l’Autorità Giudiziaria ha prospettato una interpretazione contraria a quella innanzi prospettata, quindi rigettando il giudizio proposto, partendo dall’assunto che, data la fase embrionale del fenomeno sociale delle “Nuove realtà sindacali tra militari” (ancora non coinvolge un numerico importante di adesioni), si devono attendere le risultanze dell’implementazione normativa per stabilire l’irragionevolezza e l’incostituzionalità delle norme contenute nel DM 29.03.2024.
(Poi se fra un decennio, ad implementazione avanzata, ci si accorge che i correttivi proposti dal SUM, sarebbero stati indifferibili, pazienza abbiamo tenuto in vita una norma anticostituzionale).
E’ di tutta evidenza che noi dissentiamo assolutamente da questa visione e annunciamo appello al Consiglio di Stato.
Noi riteniamo che seguendo il Decreto Ministeriale, nella sua attuale formulazione, si creano ingiustizie e diseguaglianze per l’esplicita esclusione dalle procedure di contrattazione di quelle APCSM che, benché nate da poco, hanno svolto un’attività capillare su tutto il territorio nazionale e hanno acquisito in un brevissimo arco temporale la fiducia, in termini di deleghe, di ragguardevoli percentuali di iscritti tra i militari che hanno deciso di aderire ad una APCSM.
E da qui l’irragionevolezza paventata.
Invero, se il concetto della rappresentatività deve considerarsi come quell’attribuzione di diritti e prerogative ulteriori rispetto a quelli spettanti a tutte le organizzazioni sindacali, a condizione che la selezione avvenga sulla base di elementi che rispondono a criteri di ragionevolezza, tale criterio viene meno laddove la selezione avviene non sulla base di coloro che hanno espresso il proprio consenso con la sottoscrizione di una delega ad una delle APCSM iscritte all’albo, ma sulla base di una quantità di lavoratori che non hanno espresso alcun consenso, non sottoscrivendo alcuna delega, il cui numero è abnormemente superiore a coloro che hanno espresso il su richiamato consenso.
Noi riteniamo che se si discute di rafforzamento delle tutele e delle prerogative per i militari, è più che giusto pensare ad un sistema normativo che regoli le vicende, tenendo conto delle specialità, ma evitando diseguaglianze e discriminazioni. Per questo, in punta di diritto, proseguiamo e perseveriamo nella nostra battaglia.”
LA COSTITUZIONE ITALIANA IL NOSTRO FARO NON I SOTTERFUGI DA PALAZZO. IL SOSTEGNO SOLIDALE DEI NOSTRI ISCRITTI LA NOSTRA MISSIONE.
SCEGLI. SCEGLI BENE. SCEGLI IL S.U.M.
Stay tune
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