S.U.M.: INACCETTABILE L’IPOTESI GOVERNATIVA DI UN AUMENTO DELL’ETÀ’ PENSIONABILE DEL PERSONALE MILITARE DELLE FORZE ARMATE. IL MINISTRO CROSETTO, IN OCCASIONE DEL PRIMO INCONTRO DEL 8 MAGGIO 2023, CON I SINDACATI MILITARI AVEVA ESCLUSO TALE NEFASTA IPOTESI. IL PROGETTO DEL GOVERNO MINA ALLA BASE IL CONCETTO DI SPECIFICITÀ.
Apprendiamo dalla lettura di alcune autorevoli testate giornalistiche nazionali che il governo starebbe valutando la possibilità di aumentare a 62 anni l’età pensionabile per gli appartenenti alle Forze Armate e alle Forze di Polizia. Il S.U.M. esprime la propria preoccupazione per un provvedimento che andrà a incidere sulla vita futura e sulla salute dei nostri colleghi e delle nostre colleghe. Peraltro, ricordiamo bene che in occasione del primo incontro dell’8 maggio 2023, il Ministro Crosetto aveva escluso categoricamente che tale iniziativa fosse nell’agenda del Governo. A smentire il Ministro sopraggiungono queste indiscrezioni sulla prossima manovra economico-finanziaria. La misura si presenta in controtendenza rispetto alle preoccupazioni espresse dai Vertici Militari sull’invecchiamento delle Forze Armate che andrebbe a incidere sull’efficienza operativa delle stesse, proprio in un momento critico dal punto di vista geopolitico. Infatti, in alcuni incontri tecnici con gli Stati maggiori erano state valutate ipotesi di fuoriuscite anticipate, senza penalizzazioni, per poter abbassare l’età media delle nostre unità operative. Infatti, in più occasioni abbiamo richiesto: l’attivazione a domanda, dell’Aspettativa per la Riduzione dei Quadri (ARQ) per Tenenti Colonnelli e Marescialli anziani e la revisione normativa che estenda tale istituto anche ai Graduati. Ricordiamo che al momento l’ARQ è attiva solo per i Colonnelli e i Generali e in questi anni centinaia di ufficiali sono stati collocati (a domanda o d’autorità) in tale posizione. Ma con l’aumento del limite d’età anche questo istituto dovrebbe essere rivisto. Una delle giustificazioni a supporto dell’ipotesi del Governo è che si potrebbe sfruttare l’esperienza professionale maturata dal personale anziano. Ricordiamo, che ciò e’ già attuabile attraverso i richiami dall’ausiliaria che consentono di richiamare in servizio il personale militare in ambito Amministrazione Difesa o presso le Pubbliche Amministrazioni. Non è aumentando di due anni il limite di 60 anni che si dà concretezza alla specificità militare. Chiediamo invece a gran voce al governo e al Ministro Crosetto di rendere esecutiva la previdenza dedicata, già finanziata con le leggi di bilancio 2022 e 2023 e che ancora subisce colpevoli ritardi applicativi.
In sintesi: IL SUM DICE NO ALL’AUMENTO DELL’ETÀ PENSIONABILE, SI ALLA PREVIDENZA DEDICATA PER EVITARE I NUOVI POVERI CON LE STELLETTE DI DOMANI.
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