S.U.M.: INACCETTABILE L’IPOTESI GOVERNATIVA DI UN AUMENTO DELL’ETÀ’ PENSIONABILE DEL PERSONALE MILITARE DELLE FORZE ARMATE. IL MINISTRO CROSETTO, IN OCCASIONE DEL PRIMO INCONTRO DEL 8 MAGGIO 2023, CON I SINDACATI MILITARI AVEVA ESCLUSO TALE NEFASTA IPOTESI. IL PROGETTO DEL GOVERNO MINA ALLA BASE IL CONCETTO DI SPECIFICITÀ. Apprendiamo dalla lettura di alcune autorevoli testate giornalistiche nazionali che il governo starebbe valutando la possibilità di aumentare a 62 anni l’età pensionabile per gli appartenenti alle Forze Armate e alle Forze di Polizia. Il S.U.M. esprime la propria preoccupazione per un provvedimento che andrà a incidere sulla vita futura e sulla salute dei nostri colleghi e delle nostre colleghe. Peraltro, ricordiamo bene che in occasione del primo incontro dell’8 maggio 2023, il Ministro Crosetto aveva escluso categoricamente che tale iniziativa fosse nell’agenda del Governo. A smentire il Ministro sopraggiungono queste indiscrezioni sulla prossima manovra economico-finanziaria. La misura si presenta in controtendenza rispetto alle preoccupazioni espresse dai Vertici Militari sull’invecchiamento delle Forze Armate che andrebbe a incidere sull’efficienza operativa delle stesse, proprio in un momento critico dal punto di vista geopolitico. Infatti, in alcuni incontri tecnici con gli Stati maggiori erano state valutate ipotesi di fuoriuscite anticipate, senza penalizzazioni, per poter abbassare l’età media delle nostre unità operative. Infatti, in più occasioni abbiamo richiesto: l’attivazione a domanda, dell’Aspettativa per la Riduzione dei Quadri (ARQ) per Tenenti Colonnelli e Marescialli anziani e la revisione normativa che estenda tale istituto anche ai Graduati. Ricordiamo che al momento l’ARQ è attiva solo per i Colonnelli e i Generali e in questi anni centinaia di ufficiali sono stati collocati (a domanda o d’autorità) in tale posizione. Ma con l’aumento del limite d’età anche questo istituto dovrebbe essere rivisto. Una delle giustificazioni a supporto dell’ipotesi del Governo è che si potrebbe sfruttare l’esperienza professionale maturata dal personale anziano. Ricordiamo, che ciò e’ già attuabile attraverso i richiami dall’ausiliaria che consentono di richiamare in servizio il personale militare in ambito Amministrazione Difesa o presso le Pubbliche Amministrazioni. Non è aumentando di due anni il limite di 60 anni che si dà concretezza alla specificità militare. Chiediamo invece a gran voce al governo e al Ministro Crosetto di rendere esecutiva la previdenza dedicata, già finanziata con le leggi di bilancio 2022 e 2023 e che ancora subisce colpevoli ritardi applicativi. In sintesi: IL SUM DICE NO ALL’AUMENTO DELL’ETÀ PENSIONABILE, SI ALLA PREVIDENZA DEDICATA PER EVITARE I NUOVI POVERI CON LE STELLETTE DI DOMANI.
AZIONE SINERGICA CON LRM A TUTELA DEI NOSTRI COLLEGHI. RINGRAZIAMO IL COMANDANTE LOGISTICO PER QUESTO TEMPESTIVO INTERVENTO. PUBBLICHIAMO ANCHE LA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO DEL COMANDO LOGISTICO.
S.U.M. CONTINUIAMO A PERSEGUIRE LA POLITICA DEI PICCOLI PASSI. In data 26 agosto avevamo ricevuto alcune segnalazioni dei nostri iscritti in merito alla qualità e allo stato di conservazione dei pasti somministrati al personale militare in servizio di Sorveglianza/Vigilanza presso una Caserma del Nord Italia. In particolare, le segnalazioni prevenute, facevano riferimento alla presenza di larve all’interno dei pasti veicolati somministrati al personale di servizio da parte della ditta appaltatrice che effettua la preparazione dei pasti presso il centro di cottura dedicato. Vista l’urgenza e la gravità dell’accaduto, in modo congiunto e sinergico con altra sigla sindacale abbiamo chiesto l’intervento dello Stato Maggiore e del Comando Logistico dell’Esercito, al fine di far intervenire i nuclei tecnici preposti al controllo. Le segreterie Nazionali. Abbiamo avuto riscontro del tempestivo intervento dei nuclei preposti al controllo del confezionamento dei pasti nel centro di cottura interessato e di questo ringraziamo lo Stato Maggiore dell’Esercito e il Comandante Logistico dell’Esercito per la sensibilità dimostrata nei confronti dei colleghi. Che cosa aggiungere? E’ un piccolo risultato che speriamo possa contribuire a migliorare la vita quotidiana dei colleghi. Inoltre, vogliamo ricordare che anche il Segretario Generale Direttore Generale degli Armamenti, responsabile dell’Area Tecnica Amministrativa, con la dipendente Direzione Generale di Commissariato ci ha inviato copia del contratto stipulato con la ditta responsabile del confezionamento dei pasti in molte caserme delle Forze Armate. Il contratto è all’attenzione dei nostri esperti e vigileremo sulla corretta applicazione. #CogitoErgoSum#FollowersFB#sumsindacatounicodeimilitari#aeronauticamilitare#VFI#marinamilitare#carabinieri#esercitoitaliano#suminterforzeGuido CrosettoElisabetta Trenta@fan più attiviPasquale D’alterioGiuseppe ConteElly SchleinDonne in divisaCinzia Naro
Descrizione Sede Informazioni utili Mostra Convenzione Pelletteria Mondrian’s di Trento Danilo Via Cru 10 – Centro Commerciale Le Gru – Grugliasco – TO mondriansthebridge@gmail.com Mostra Convenzione Francesco Santillo – Mi Serve! Elettricità, Luce e Gas Via B.Croce 81054 Emaiil: miserve.shop@gmail.comPec: francesco.santillo@pec.itN.cellulare: 3384699074 Mostra Convenzione Javelin Srl – Serramenti Via Paolo Lomazzo 47 – Milano Pec: javelinsrl@pec.itEmail: amministrazione@javelinserramenti.itSito Internet Mostra ConvenzioneLocandina
S.U.M.: MINISTERO DELLA DIFESA CONDANNATO A PAGARE A RICONOSCERE LE PRESTAZIONI PREVIDENZIALI A UN ORFANO DI UNA VITTIMA DEL DOVERE. PURTROPPO CONTINUA L’ESTENUANTE STILLICIDIO PER I NOSTRI COLLEGHI E PER I LORO FAMILIARI PER AVERE IL GIUSTO RICONOSCIMENTO PER ESSERE STATI ESPOSTI IN OPERAZIONI A FATTORI AMBIENTALI NOCIVI ALLA SALUTE (URANIO IMPOVERITO). CHIEDIAMO AL MINISTRO CROSETTO: 1. A UN ANNO DALLA COSTITUZIONE DI QUESTA COMMISSIONE INTERNA (L’ENNESIMA) QUALI SONO I RISULTATI? 2. CHE FINE HA FATTO IL DISEGNO DI LEGGE SUL TEMA PREANNUNCIATO UN ANNO FA? 3. PERCHÉ NON RIPRENDERE LA PROPOSTA DI LEGGE DELLA SCORSA LEGISLATURA DELL’ONOREVOLE DEL MONACO? Apprendiamo da alcune testate giornaliste che “La Corte d’Appello L’Aquila, con sentenza appena passata in giudicato, ha accolto il ricorso presentato dall’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, e ha condannato il Ministero della Difesa a riconoscere le prestazioni previdenziali in favore del figlio orfano della vittima del dovere, Colonnello Raffele Acquafredda, ad erogare le prestazioni/benefici quale superstite di vittima del dovere. All’orfano dovrà essere liquidato un importo di circa 250mila euro per i ratei arretrati, e percepirà per tutta la vita circa 2100 euro al mese di vitalizio. Raffaele (che era un caro amico) ha donato la sua vita per la patria: come Ufficiale Superiore di Artiglieria della Brigata Multinazionale Nord presso Sarajevo, e poi addetto all’artiglieria terrestre nel contesto dell’operazione “Joint Guardian”, ha partecipato a missioni in teatro operativo bellico sotto il fuoco dei cecchini in cui sono stati esplosi proiettili all’uranio impoverito con contaminazione di acqua, aria e suolo, con radiazioni di nanoparticelle di metalli pesanti, e di altri agenti chimici e cancerogeni, come polveri e fibre di amianto, che hanno determinato l’insorgenza del cancro del rene e quindi la sua prematura scomparsa a Montesilvano (PE) all’età di 50 anni, lasciando una moglie e due figli in tenera età. Il Ministero della Difesa dopo 10 anni ha riconosciuto la causa di servizio per l’esposizione e lo ha dichiarato vittima del dovere, erogando le relative prestazioni previdenziali alla vedova e a una delle orfane, ma negando i diritti del figlio orfano, assumendo che non fosse nel carico fiscale del padre e ottenendo ragione in primo grado dal Tribunale di L’Aquila. La decisione è stata ribaltata dalla Corte di Appello che ha riformato la sentenza e riconoscendo il diritto dell’orfano. “Prosegue l’epidemia dei nostri uomini in divisa impegnati nelle missioni per effetto dell’uso di proiettili all’uranio impoverito: più di 400 i deceduti e 8.000 i malati – denuncia l’ Osservatorio Nazionale Amianto, proseguiamo il nostro impegno in rappresentanza e tutela dei nostri militari e di tutte le vittime che hanno subito l’esposizione alla fibra killer”. Ora la palla passa al TAR, innanzi al quale pende la causa promossa da tutti i familiari per il risarcimento dei danni subiti dal Colonnello, ed è stato intrapreso anche un altro giudizio presso il Tribunale di L’Aquila per quanto riguarda il danno da lutto subito sia dalla vedova che dai due orfani. Sul tema Uranio, ricordiamo che il Ministro Crosetto aveva nel settembre dello scorso anno preannunciato la costituzione di una Commissione costituita da esperti. “La commissione dovrà iniziare i propri lavori partendo dagli atti prodotti dalle quattro commissioni parlamentari che, nelle scorse legislature, se ne sono occupate. Il ministero della Difesa, con questa decisione, spiegava una nota del ministero, ha «ben chiari i rischi insiti nella condizione militare, avvertendo come irrinunciabile necessità quella di preservare e difendere la salute del proprio personale militare, in ogni circostanza, e, nel contempo, di voler fare la massima chiarezza su temi connessi a questi aspetti, dissipando dubbi, opacità e polemiche». Inoltre, Crosetto ha anche preannunciato l’intenzione di presentare, in seno al Parlamento, un disegno di legge ad hoc che «si porrà il fine di superare alcune delle criticità riscontrate nell’attuale sistema di protezione assistenziale e previdenziale del personale militare medesimo». Ci chiediamo, qual’e’ il risultato di queste roboanti dichiarazioni. Perché le vittime e le loro famiglie devono attendere anche decenni per avere giustizia? Speriamo che il Ministro Crosetto voglia rispondere alle nostre domande, ma più che altro dia concretezza alle promesse fatte al personale militare e alle loro famiglie. Il S.U.M con la Sezione Vittime del Dovere del Dipartimento Medico legale e’ al fianco del personale militare. #sumsindacatounicodeimilitari#FollowersFB#CogitoErgoSum#aeronauticamilitare#VFI#marinamilitare#carabinieri#esercitoitaliano#suminterforze@fan più attiviGuido CrosettoElisabetta TrentaGiorgia MeloniGiuseppe ConteElly SchleinDonne in divisaFrancesco Alberto ComelliniOsservatorio Salute e SicurezzaCinzia NaroPasquale D’alterioFabio Barbaraci
S.U.M.: A CHI TROPPO E A CHI NIENTE. “CHAMPAGNE, BISCOTTI AL BURRO E MANDORLE DA TOSTARE AL MOMENTO”….E PER GLI ALTRI? GLI AVANZI. SINTESI DI UN DPCM CHE ADEGUA GLI STIPENDI DEI DIRIGENTI DELLE FORZE ARMATE E LO STALLO TOTALE PER I CONTRATTI DEL RESTO DEL PERSONALE. Cerchiamo di fare chiarezza riguardo la parolina che va tanto di moda in queste ultime ore…”DPCM” Iniziamo col significato dell’acronimo: “DPCM”: Decreto del Presidente del Consiglio de Ministri. Di cosa si parla: DPCM Adeguamento ISTAT degli stipendi dei docenti e ricercatori universitari che è previsto dall’art. 24 comma 1 della legge 448/1998 sulla base degli incrementi medi nell’anno precedente delle retribuzioni dei dipendenti pubblici contrattualizzati. Ricordiamo che decorrere dal 1° gennaio 1998 gli stipendi, l’integrativa speciale e gli assegni fissi e continuativi dei docenti e ricercatori, del personale della polizia di stato e gradi corrispondenti, dei corpi di polizia civili e militari, dei colonnelli e generali delle forze armate, del personale dirigente della carriera prefettizia, nonché del personale della carriera diplomatica, sono adeguati di diritto annualmente, in ragione degli incrementi medi, calcolati dall’ISTAT, conseguiti nell’anno precedente dalle categorie di pubblici dipendenti cd “CONTRATTUALIZZATI” sulle voci retributive, utilizzate dal medesimo Istituto per l’elaborazione degli indici delle retribuzioni contrattuali. Alla luce di quanto sopra indicato, proviamo ora a dare una spiegazione logica alle notizie che da qualche ora destabilizzano tutto o quasi il personale del comparto difesa e sicurezza: In osservanza di quanto disposto dall’art. 24, comma 2, della legge 23 dicembre 1998, n° 448, con circolare n° 16, il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato lo scorso aprile ha affermato che l’incremento dei compensi relativi agli assegni fissi, continuativi ed allo straordinario, sarà del 4,8% in base ai dati dell’ISTAT. I sopracitati aumenti avranno ovviamente decorrenza amministrativa dal 1° gennaio 2024 generando di fatto un corposo conguaglio del quid attribuito, che ad ogni buon conto potrebbe essere veicolato con il cedolino del mese di ottobre di quest’anno. In uno scenario surreale come quello del momento, dove il rinnovo contrattuale per il personale contrattualizzato è fermo ai box, il MEF, riesce tramite l’ISTAT ad individuare la percentuale di aumento degli stipendi per i dirigenti, dopo che lo stesso lavoro lo aveva ultimato per l’anno 2023 nel mese di gennaio 2024. Quindi, mentre il personale cd parametrato, aspetta da anni l’aggiornamento dello stipendio, i dirigenti, sulla base della “media degli stipendi degli stessi parametrati” riesce ad individuare ben 2 aumenti in percentuale a gennaio con il DPCM 2023 lo 0,98% e con il DPCM 2024 il 4,28%. Ma la cosa incomprensibile (attendiamo spiegazioni in merito) e come con delle tecniche di magie tipiche della La Scuola di Hogwarts della saga di Harry Potter siano state individuate ben 2 percentuali di aumento, sulla base degli incrementi medi nell’anno precedente delle retribuzioni dei dipendenti pubblici contrattualizzati INESISTENTI. Di seguito riportiamo la tabella delle percentuali applicate ai DPCM a decorrere dall’anno 2001 ad oggi, e notiamo che: Negli ultimi 23 anni, soltanto altri 2 anni la percentuale di aggiornamento con DPCM ha sfondato il 4% e precisamente è successo negli 2002 e 2007………..anni in cui il personale in servizio permanente del comparto difesa e sicurezza “godeva” ancora del sistema stipendiale a “livelli” che comunque prevedeva per tutti miglioramenti stipendiali biennali costanti provenienti sia dalle dinamiche di rinnovo contrattuale, che provenienti dalle dinamiche legate alla progressione di carriera. Cogliamo l’occasione per ricordare che fino all’anno 2009 il contratto di lavoro aveva doppia valenza temporale divisa in due parti, una normativa con valenza di quadriennale e una economica con valenza biennale. Se nel 2002 si iniziava il processo di trasformazione del sistema stipendiale da “livelli” a “parametri”, facendo registrare dei corposi aumenti dettati ad ogni buon conto dalle dinamiche attuativa di preludio al nuovo sistema, nel 2007 ci fu un’impennata della percentuale di inflazione che per quanto contenuta a differenza di oggi, passò dal 1.8% del 2006 al 2,8% del 2007. Tali condizioni, unite al panorama economico del paese, al caro vita e a tutti i fattori influenti, con ogni probabilità hanno portato l’Istituto a decidere per una percentuale di adeguamento stipendiale più importante. All’avvicinarsi del 2010, in corrispondenza del famoso “blocco stipendiale” per il quadriennio 2011/2015, dalla tabella si nota che non ci sono miglioramenti di nessun genere, non soltanto in aderenza al disposto normativo, ma ovviamente anche per il risultato matematico che porterebbe comunque al valore corrispondente allo “0”. Tale dinamica, correttamente, risulta anche negli anni a seguire, infatti anche nel 2016 e 2017 la % è “0”, per poi ricominciare molto lentamente a risalire, visto proprio il fatto che la “media stipendiale del contrattualizzato” influenzato dal periodo a “0” del blocco, porta a tale risultato. Dal 2019 in poi vi è di nuovo la “crescita”, che comunque risulta altalenante visto la politica economica e l’andamento economico del Paese colpito soprattutto dal periodo di “magra” del covid-19. Ma arriviamo al panorama odierno: come abbiamo ben precisato prima, la percentuale indicata nel DPCM viene calcolata sulla base del valore medio degli stipendi del personale contrattualizzato che ad oggi è ancora fermo ai box. Ammesso e non concesso che l’intento sia quello di giustificare l’urgenza dell’adeguamento stipendiale in parola, l’unica spiegazione che diamo al numero di magia è che la percentuale individuata, sia frutto non di certo di una media matematica, bensì del riconoscimento oggettivo, da parte dell’Istituto preposto del rincaro smisurato del costo della vita. Ulteriore accorgimento è quello di giustificare l’improvvisa circolazione, ormai da diversi mesi tramite vari media, di fantomatiche tabelle stipendiali delle quali non si capisce bene la provenienza. Ricordiamo che il contratto per i cd “parametrati”, non è stato ancora firmato e soprattutto discusso, quantomeno seriamente. Per quanto, ci chiediamo sulla base di cosa sia stata veramenteindividuata una percentuale così corposa per i dirigenti e soprattutto dove sono stati reperiti i fondi necessari per coprire la spesa in considerazione del fatto che per “un semplice” dirigente con un cedolino stipendiale di circa 7.500,00€ lordi si dovranno approntare ben 360,00€ lordi mensili, quindi annuale lordo di
S.U.M.: RIPARTE L’ASSICURAZIONE SANITARIA COMPLEMENTARE PER IL PERSONALE MILITARE DELLE FORZE ARMATE E DELL’ARMA DEI CARABINIERI. QUALCHE NOVITÀ IN ARRIVO PER IL PERSONALE IN ARQ E IN AUSILIARIA COSI’ COME AVEVAMO CHIESTO A OTTOBRE DELLO SCORSO ANNO. LA DIREZIONE GENERALE DI COMMISSARIATO E DI SERVIZI GENERALI del MINISTERO DELLA DIFESA ha stipulato con la Cassa Prevint, il contratto per l’appalto del servizio di assistenza sanitaria integrativa complementare a favore del personale militare in servizio delle Forze Armate, dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo della Capitaneria di Porto. Il Periodo di assistenza annuale costerà al Dicastero della Difesa più di 20 milioni di euro per garantire i servizi riepilogati in maniera dettagliata in un allegato al contratto. Nel contratto nuovo è stata confermata la clausola di “continuità assistenziale”, in virtù della quale, la società Prevint si impegna ad assicurare le prestazioni dovute ai beneficiari a far data dal 1° aprile 2024. Pertanto, il personale militare che a decorrere dal 1° aprile sia ricorso alle prestazioni previste nel nuovo capitolato e abbia conservato la documentazione relativa (prescrizioni mediche, fatture, ricevute fiscali ecc.) potra’ istruire la pratica per il rimborso secondo le modalità dell’assistenza indiretta e le disposizioni contenute nel nuovo contratto. Altro aspetto innovativo e’ rappresentato dal fatto che il personale in Aspettativa Riduzione Quadri (così come avevamo chiesto a ottobre dello scorso anno), potranno fruire dei predetti servizi sanitari pagando una quota di iscrizione intorno a 250 euro (analogamente a quanto avveniva per il personale in ausiliaria). I servizi sanitari, potranno essere estesi, a pagamento, anche per i familiari. Invitiamo tutti i nostri iscritti a iscriversi alla predetta assicurazione, anche perché l’Amministrazione pagherà la cifra indicata nel contratto per tutto il personale in servizio. Ricordiamo che tali risorse finanziarie erano state stanziate nella scorsa legge di bilancio. Pur ritenendo meritoria tale iniziativa, non possiamo esimerci dal confermare il nostro interesse a una crescita del Servizio Sanitario Militare e al funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale in genere. Come abbiamo detto in altre circostanze, ci sembra strano per esempio, dover pagare per delle prestazioni sanitarie obbligatorie, quando esistono delle isole felici dedicate presso la Corte dei Conti di Roma, dove presta servizio il nostro personale sanitario militare in un poliambulatorio specialistico. Inoltre, da una prima lettura del contratto, sembrerebbe non confermato i check up cardiologico ed ematologico (analisi del sangue) garantiti nella precedente assicurazione sanitaria. Stay tuned #suminterforze#sumsindacatounicodeimilitari#FollowersFB#CogitoErgoSum#aeronauticamilitare#VFI#marinamilitare#carabinieri#esercitoitaliano @follower @fan più attivi Guido CrosettoGiorgia MeloniGiuseppe Conte Vedi insights e inserzioni
S.U.M.: RINNOVO DEL CONTRATTO (SCADUTO ORMAI DA PIÙ DI DUE ANNI). LA STASI ESTIVA E’ IMBARAZZANTE. PUBBLICHIAMO POI ALCUNE CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE DEL NOSTRO DIPARTIMENTO AMMINISTRATIVO. Il rinnovo del contratto di lavoro è oramai un atto, che di fatto rappresenta una procedura consolidata dei Governi che si avvicendano, volta al cd “gioco delle tre carte”. Infatti, il Governo di turno, ad un anno circa dal rinnovo contrattuale, attua delle misure che consentono al personale di vedersi attribuire dei miglioramenti in busta paga provenienti da “bonus”, generando false aspettative tra i dipendenti. Ovviamente il tutto usualmente avviene in coincidenza di impegni elettorali per ricercare il facile consenso. A rinnovo avvenuto queste iniezioni di liquidità sottoforma di bonus, puntualmente, per magia, spariscono come del resto anche tutti i miglioramenti economici condizionati da fasce di reddito o da scaglioni di stipendi lordi che nelle dinamiche attuative riassorbono gli stessi benefici. Nell’azione fruttuosa governativa “#con una mano do’, e con due prendo”, il Governo spesso pubblicizza e pubblica attraverso media, o social network, delle roboanti campagne comunicative capaci di far passare miglioramenti miseri in busta paga in faraonici aumenti stipendiali per il personale in uniforme, mettendo in cattiva luce lo stesso agli occhi clinici dei cittadini italiani. Aumenti che per come dicevamo prima in gran parte vengono riassorbiti dalla cancellazione dei predetti bonus/agevolazioni o resi vani dall’inflazione. Iniziamo col dire che il rinnovo del contratto dovrebbe avvenire con tempistiche completamente diverse a quanto veramente accade. Invece, da oltre un decennio, vengono stanziate delle (scarse) risorse per il rinnovo contrattuale con oltre due anni di ritardo rispetto alla scadenza naturale. Tali ritardi rimarcano ancora di più lo scarso valore del rinnovo stesso, aumentando la forbice del potere di acquisto dello stipendio il tutto a discapito delle famiglie che di fatto sono sempre più in difficoltà costrette a fronteggiare oltre che le spese di routine familiare, anche le ingenti spese di trasporto per raggiungere il luogo di lavoro. Ma esistono dei dipendenti pubblici privilegiati che anche se il loro contratto è scaduto da anni gli aumenti previsti sono di tutto rispetto. Di chi parliamo? Parliamo di profili dirigenziali e non di Palazzo Chigi che vantano retribuzioni lorde medie rispettivamente di 238.881 euro e 121.771 euro l’anno secondo la rendicontazione sul 2022 della Ragioneria generale dello Stato. L’aumento previsto, dovrebbe essere del 3,78%, circa 900 euro lordi per 13 mensilità per la prima fascia e 351 per la seconda. Nelle nicchie del privilegio non si risentono i morsi famelici dell’inflazione. Vediamo però un po’ di concretizzare. Tante le proposte ovviamente presentate in sede di contrattazione dalle sigle sindacali ognuno per la propria tipologia di personale associato, ma di fatto solo una è, a nostro avviso, una prima soluzione ideale per tutti, da perseguire. Innanzitutto, gli aumenti devono essere in linea con il costo della vita, solo così si avrà un ritorno economico che rimetterà in moto tutto il sistema. Nello specifico quindi: aumentare la voce stipendio, oltre che aumentare l’indennità integrativa Speciale (ferma oramai da tantissimi anni); Rideterminare il calcolo dell’impiego operativo prevedendo oltre che la rivisitatizione delle tabelle, anche lo sfondamento della percentuale di trascinamento ferma al 50% (disposizione attagliata al regime retributivo non più esistente), adeguando finalmente le dinamiche di calcolo al regime contributivo che interessa tutto il personale. Assoggettare tutto il personale del comparto difesa e sicurezza non più alle maggiorazioni applicate in fase di calcolo delle addizionali regionali e comunali, bensì a una percentuale nazionale prevista in fase di legge di bilancio oltre che ad una maggiorazione in percentuale uguale per tutti dello 0,50% a prescindere dalla residenza del dipendente. Questo consentirebbe di sanare delle sperequazioni fiscali create dalle diverse situazioni sul territorio nazionale, consentendo di unificare i parametri di calcolo della ritenuta in busta in maniera uguale per tutti, cancellando di fatto differenze anche di centinaia di euro. Prevedere la possibilità di recuperare le spese di trasporto per tutto il personale come già accade con le aziende private che oltre al carburante recuperano le spese per l’acquisto delle auto. Alcuni degli interventi citati, vista la particolare congiuntura economica non favorevole, li riteniamo ineludibili, anche per favorevoli ricadute in termini pensionistici. Aumentare per esempio la voce “stipendio” significa ottenere diversi miglioramenti non soltanto di liquidità nel periodo di servizio cd attivo, bensì anche pensionistico oltre che dedicato al TFS, quest’ultimo, tra tutti, già oggetto di discussioni in fatto di tempistiche e percentuali di liquidazione. Il rinnovo del contratto dovrebbe avere come obiettivo oltre che l’adeguamento dello stipendio al caro vita anche il miglioramento economico con riflesso sulla pensione. Come? Per esempio dando ulteriore concretezza a quanto stabilito dal decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 165, in vigore a far data dal 1° gennaio 1998, che prevede espressamente che, per il personale militare, gli aumenti del periodo di servizio svolto, ai fini pensionistici, con percezione dell’indennità di impiego operativo siano concessi nel limite massimo complessivo di cinque anni. Con il regime retributivo, aumentare gli anni utili alla pensione si tramuta in un vero e proprio regalo visto che la pensione non veniva calcolata sulla base dei contributi versati ma sulla base dell’ultimo stipendio, era quasi ininfluente visto che la pensione non veniva calcolata sulla base dei contributi versati ma sull’ultimo stipendio o comunque i migliori anni di stipendio a reddito all’atto dell’uscita dal servizio attivo. Pertanto, per il personale cd “retributivo” l’importanza dei 5 anni di bonus 165 era il “diritto” e non la misura del benefit, come avviene oggi per il regime contributivo. Bene a tal proposito sarebbe opportuno indubbiamente individuare un valore da attribuire ai 5 anni di maggiorazione proprio per evitare di abbattere “l’immobile pensionistico” e quindi l’assegno pensionistico. Queste sono, a nostro avviso alcune delle misure da attuare per dare concretezza alla specificità del comparto sicurezza , difesa e soccorso e non i palliativi proposti per esempio con il DL 1530 che abbiamo recentemente commentato. È giunto il momento che il governo italiano dia precedenza finalmente dopo tantissimi anni di vuote promesse, al comparto difesa e sicurezza per
RINNOVO DEL CONTRATTO: MENTRE I COLLEGHI ASPETTANO CON ANSIA RISULTATI CONCRETI, SEMBREREBBE CHE IN ALCUNI CONTESTI, L’UNICA COSA CHE SI RINNOVA E’ LA GUERRA TRA BANDE.
S.U.M.: DISEGNO DI LEGGE N. 1053. “MISURE IN MATERIA DI ORDINAMENTO, ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELLE FORZE DI POLIZIA, DELLE FORZE ARMATE NONCHÉ DEL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO”. UN’OCCASIONE PERSA PER RISOLVERE I TANTI PROBLEMI CHE ATTANAGLIANO IL PERSONALE MILITARE. Nel mese di aprile eravamo stati ufficialmente contattati dall’Ufficio legislativo della 3^ Commissione Esteri Difesa del Senato, per fornire delle osservazioni al provvedimento in esame. Avevamo fornito dei pareri per modificare il testo che riteniamo uno strumento utile per poter risolvere le tante criticità che attanagliano il personale militare in tema di reclutamento, stato giuridico e avanzamento. Siamo soddisfatti che alcuni dei nostri emendamenti siano stati recepiti da alcuni esponenti dell’opposizione (Sen. Marton) e speriamo che vengano approvati. In particolare avevamo espresso parere non favorevole, all’articolo 8 del provvedimento in quanto oltre a creare una sperequazione tra il personale delle varie Forze Armate, si manifestava come un tentativo di sanare una lunga querelle giurisprudenziale che ha visto l’Amministrazione della Difesa soccombente. Infatti, il Consiglio di Stato aveva chiarito che il D.P.R. n. 83 del 1949 (statuto Ente Circoli) che prevede l’obbligo di pagamento delle quote sociali da parte degli ufficiali e i sottufficiali della Marina Militare, è in contrasto con il Codice dell’Ordinamento Militare. Peraltro, i colleghi della Marina sono gli unici che per anni hanno dovuto pagare obbligatoriamente la quota sociale mensile degli Enti Circoli della Marina. Si ritengono queste misure anacronistiche, e si auspica un intervento volto a disciplinare anche il pagamento delle quote mensili (esigue) per il Circolo Ufficiali delle Forze Armate. Togliendo l’obbligo e trasformandolo in Circolo delle Forze Armate consentendo l’accesso a tutte le categorie del personale militare. Per quanto riguarda l’articolo 4 che riguarda l’Avanzamento delle Forze Armate, riteniamo inadeguato che il governo presenti un articolo che concentri l’attenzione sulle promozioni degli Ufficiali (grado Tenente Colonnello) e dimostrando di non volere risolvere i problemi dei ritardi nelle promozioni delle categorie Graduati e Sottufficiali, con ripercussioni sul trattamento economico, sull’impiego quotidiano, sul riconoscimento delle legittime aspettative del personale. NO A PROVVEDIMENTI A SENSO UNICO. UNIFORMIAMO LE DATE DELLA FORMAZIONE DELLE ALIQUOTE A QUELLE DEGLI UFFICIALI. MODIFICHIAMO I TERMINI DI DECORRENZA DEI TEMPI AMMINISTRATIVI PER LE PROMOZIONI DEL PERSONALE. Noi le proposte le abbiamo formulate! Confrontiamoci. Inoltre per quanto riguarda la valorizzazione professionale del personale appartenente alle categorie Graduati e Sottufficiali, abbiamo evidenziato il caso dei colleghi che in possesso di specifiche qualifiche o lauree vedono mortificate le legittime aspettative per la partecipazione a concorsi nella categoria ufficiali, per limiti d’età. A titolo d’esempio, giova citare il settore del supporto psicologico dove lo stesso Ministro della Difesa ha deciso di puntare molto. Tuttavia, nulla è stato fatto per quei Marescialli, Sergenti o Graduati che laureati in psicologia e iscritti all’albo (per iniziativa personale), nulla possono fare per poter partecipare ai concorsi o anche esercitare la propria professione. Inoltre, si evidenzia la scarsa attenzione a figure professionali altamente specializzate e trasversali quali ad esempio il personale qualificato nell’area intelligence e la recentemente istituita “figura” del Joint Targeteer Nazionale come da direttiva interforze dello SMD. NONOSTANTE IL CLIMA VACANZIERO AGOSTANO IL S.U.M. E’ SEMPRE ATTENTO A QUANTO AVVIENE IN PARLAMENTO. SEGUITECI. VI AGGIORNEREMO